Confisca ai concorrenti della corruzione

Lo scorso 8 aprile le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno depositato la sentenza n. 13783 in tema di confisca. Tra i principi affermati, rileva, in particolare, quello secondo cui, in caso di concorso di persone nel reato, la confisca è disposta nei confronti del singolo concorrente limitatamente a quanto dal medesimo concretamente conseguito, mentre deve essere esclusa ogni forma di solidarietà passiva.

La pronuncia ha superato l’orientamento interpretativo fondato sulla solidarietà passiva dei concorrenti e ha affermato la valenza del principio di proporzionalità.

La vicenda

Il Giudice di prime cure aveva emesso sentenza di patteggiamento per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione tra privati e a più fatti di corruzione e aveva disposto la confisca di somme di denaro. Nei confronti di un coimputato la confisca per equivalente è stata disposta in applicazione del principio solidaristico.

Il ricorso per Cassazione

Gli imputati hanno presentato ricorso per Cassazione. La sesta sezione ha rilevato un contrasto giurisprudenziale e ne ha investito le Sezioni Unite.

La questione affrontata della Sezioni Unite della Corte di Cassazione

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione sono state chiamate a pronunciarsi sulla seguente questione:

  • se, in caso di pluralità di concorrenti nel reato, la confisca per equivalente del relativo profitto possa essere disposta per l’intero nei confronti di ciascuno di essi, indipendentemente da quanto da ognuno eventualmente percepito, oppure se ciò possa disporsi soltanto quando non sia possibile stabilire con certezza la porzione di profitto incamerata da ognuno;
  • o ancora se, in quest’ultimo caso, la confisca debba comunque essere ripartita tra i concorrenti, in base al grado di responsabilità di ognuno oppure in parti eguali, secondo la disciplina civilistica delle obbligazioni solidali.

I principi di diritto affermati dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno affermato i seguenti principi di diritto:

  • la confisca di somme di danaro ha natura diretta soltanto in presenza della prova della derivazione causale del bene rispetto al reato, non potendosi far discendere detta qualifica dalla mera natura del bene. La confisca è, invece, qualificabile per equivalente in tutti i casi in cui non sussiste il predetto nesso di derivazione causale;
  • in caso di concorso di persone nel reato, esclusa ogni forma di solidarietà passiva, la confisca è disposta nei confronti del singolo concorrente limitatamente a quanto dal medesimo concretamente conseguito. Il relativo accertamento è oggetto di prova nel contraddittorio fra le parti. Solo in caso di mancata individuazione della quota di arricchimento del singolo concorrente, soccorre il criterio della ripartizione in parti uguali;
  • i medesimi principi operano in caso di sequestro finalizzato alla confisca, per il quale l’obbligo motivazionale del giudice va modulato in relazione allo sviluppo della fase procedimentale e agli elementi acquisiti.

La differenza tra confisca del profitto del reato e confisca del prezzo del reato nelle vicende di corruzione

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno altresì specificato che nella fattispecie in esame il Giudice di Prime cure aveva erroneamente qualificato la confisca come ablazione del profitto del reato, mentre si trattava di confisca del prezzo del reato.

Infatti in questo caso le somme di denaro veicolate dagli imputati erano il prezzo corrisposto dai corruttori ai corrotti, la c.d. tangente ovvero il prezzo della corruzione.

Segnatamente, il prezzo del reato costituisce il compenso dato o promesso ad una determinata persona come corrispettivo dell’esecuzione dell’illecito.

Il profitto del reato può essere inteso come i proventi derivati dalla commissione del reato, ovvero denaro e utilità economiche ottenute dalla trasformazione del denaro.

La differenza tra confisca diretta e confisca per equivalente

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno precisato che la confisca diretta costituisce una misura di sicurezza: non ha carattere punitivo e serve per prevenire la futura commissione di reati, in quanto la cosa derivante dal reato è considerata pericolosa.

Si può procedere a confisca del prezzo e del profitto del reato, ma vi deve essere la prova della derivazione dall’illecito della cosa oggetto di ablazione. Ciò anche nel caso in cui si proceda a confisca non del bene direttamente derivato dal delitto, ma di quello conseguito attraverso l’impiego del prezzo o del profitto del reato.

La confisca per equivalente, detta anche confisca di valore, ha invece funzioni ripristinatoria e sanzionatoria ed è sottoposta alle garanzie delle legalità della pena.

Si può descrivere come un surrogato della confisca diretta: si procede alla confisca di un bene di valore uguale a quello che costituisce il profitto o il prezzo del reato e che sarebbe stato confiscato se fosse stato rinvenuto.

La base legale è rinvenibile, di volta in volta, in singole norme riferibili a specifici reati; non esiste una disciplina organica.

Il nesso di derivazione fra reato e bene non appartiene a questa confisca: si può procedere a confisca per equivalente di un bene estraneo al reato o di somme di denaro sopravvenute o preesistenti rispetto al reato.

È tema oggetto di prova del processo l’accertamento caso per caso del tipo di arricchimento e delle quote conseguite dai singoli compartecipi al reato.

La conclusione della vicenda

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno annullato la sentenza impugnata e hanno indicato al Giudice di Prime Cure di applicare i principi affermati e verificare:

  • se e in che limiti la confisca del prezzo del reato, costituito da denaro, debba nella specie essere qualificata, in relazione al singolo compartecipe, come confisca diretta ovvero per equivalente;
  • se e in che misura i singoli correi abbiano conseguito in concreto il prezzo di ciascun reato per cui si procede.

Gli Ermellini hanno aggiunto che in caso di mancato accertamento delle singole quote di arricchimento si procederà a ripartire tra i concorrenti in parti eguali il prezzo corrisposto per ciascun reato.

Lo Studio legale dal Pozzo offre la propria consulenza in materia di reati contro l’economia ed il patrimonio.

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Studio Dal Pozzo

Avvocato penalista Milano

Avv. Licia Dal Pozzo