Annullamento della condanna dell’amministratore di diritto

Annullamento della condanna amministratore di diritto

La Corte di Cassazione con la sentenza n. 2885 depositata il 23.1.2024 ha annullato con rinvio la condanna di un amministratore di diritto, che era stato giudicato colpevole in concorso con l’amministratore di fatto per un reato di riciclaggio.

Annullamento della condanna dell’amministratore di diritto: La vicenda

Il ricorrente rivestiva la qualifica solo formale di amministratore di una società concessionaria di autoveicoli, mentre lo zio ne era l’amministratore di fatto e socio.

È stato rinvenuto a bordo di un veicolo della società risultato provento di furto, sul quale sono state scoperte le operazioni di sostituzione dei segni identificativi, ovvero l’apposizione della targa, la sovra iscrizione del numero di telaio e l’associazione dei documenti di circolazione di un altro veicolo acquistato, a seguito di un incidente, e poi rivenduto dalla società in persona dell’amministratore di fatto.

Il dato di esperienza secondo cui di solito il veicolo incidentato, ormai rottame, funge da strumento per riciclare veicoli rubati da parte di società concessionarie di autoveicoli che ne utilizzano i segni identificativi per ostacolare la individuazione della provenienza delittuosa di un veicolo rubato e la detenzione dell’automezzo provento di furto hanno condotto all’accusa di riciclaggio in capo ad entrambi gli amministratori della società, poi condanni nei due gradi di giudizio.

Le corti di merito hanno motivato la condanna dell’amministratore di diritto in base alla mera presunzione che non potesse non essere a conoscenza della provenienza delittuosa del veicolo nonché delle operazioni dissimulatorie poste in essere a nome della società.

Annullamento della condanna dell’amministratore di diritto: il ricorso per cassazione

L’amministratore di diritto ha impugnato in cassazione la sentenza di condanna, lamentando, tra l’altro, il vizio di motivazione apparente sul punto della ritenuta colpevolezza in ordine alla provenienza delittuosa dell’autovettura ed alle operazioni dissimulatorie e sostenendo che non fosse pienamente provata la sua cognizione del fatto illecito.

La decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto la tesi difensiva, affermando che l’amministratore formale di una società non deve rispondere automaticamente, per il solo fatto della carica rivestita, dei reati commessi da altri soggetti che abbiano operato nell’ambito dell’attività societaria. La Suprema Corte ha sottolineato che si debba verificare la sua compartecipazione materiale e morale al fatto che potrebbe anche essere sfuggito alla sua cognizione.

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Studio Dal Pozzo

Avvocato penalista Milano

Avv. Licia Dal Pozzo